Sempre più spesso il nostro vocabolario si arricchisce di termini stranieri: questo fenomeno si ripresenta anche nel campo dell’economia e delle finanza; una delle parole che negli ultimi anni si è sentita pronunciare sempre più spesso è retail. Ma qual è il suo significato? Vediamo la definizione ed approfondiamo il discorso con questa breve guida relativa a questo mercato.
La definizione del termine retail
La parola retail viene utilizzata per definire una fase della catena commerciale di distribuzione; più precisamente chi utilizza questo termine fa riferimento alla vendita al dettaglio. La catena commerciale di solito è composta da vari anelli: il primo è il produttore, poi c’è il grossista, che è colui che acquista grandi quantitativi direttamente dal produttore per poi rivenderli al commerciante al dettaglio (detto anche retailer), che rappresenta il terzo soggetto della catena. L’ultimo, invece, è il consumatore, che rappresenta l’utente finale. Ovviamente questo è solo lo schema tipico della catena commerciale: ci sono alcune situazioni i soggetti sono di più ed altri in cui sono di meno.
Con business retail si indica quindi il commercio al dettaglio, quello che si rivolge agli utenti finali, che possono essere privati, professionisti o imprenditori. I prezzi al dettaglio risultano essere più elevati rispetto a quelli che si praticano all’ingrosso: sul costo finale infatti gravano diverse spese come quelle sostenute per la gestione, la pubblicità e così via. Le vendite al dettaglio possono avvenire tramite diversi canali: si va dalla tradizionale sede fissa (come ad esempio il negozio) all’e-commerce, passando per il porta a porta e i distributori automatici.
Cos’è il mercato retail in finanza
Ma si parla di mercato retail anche in ambito finanziario. In questo caso, il termine viene utilizzato per indicare quel mercato sul quale operano sia investitori persone fisiche che investitori istituzionali, realizzando numerose operazioni di importo relativamente contenuto, il più delle volte spinti a esigenze di investimento. Sono identificabili come investitori retail quei risparmiatori (che possono essere privati, imprese, società o enti), che non possono essere qualificati come clienti professionisti. Tra gli investitori retail è possibile fare una distinzione: ci sono quelli qualificati e quelli non qualificati.
Gli investitori retail qualificati sono investitori non istituzionali che però hanno una dimensione o delle competenze professionali tali che li portano a svolgere un ruolo determinante. La distinzione è importante perché permette l’applicazione delle regole a protezione del mercato retail; gli investitori qualificati, proprio perché hanno maggiori competenze ed abilità, possono operare seguendo procedure più veloci e meno vincolanti. In Italia lo status di investitori qualificati viene attribuita agli investitori retail che hanno un giro di affari non inferiore ai due milioni di euro.