Le diverse voci che compongono lo stipendio lordo dei lavoratori dipendenti (con particolare riferimento al settore privato), nel corso del tempo, hanno subito modificazioni. Tra queste, si ricordano le misure adottate in un primo momento nel 2008 e che hanno avuto ad oggetto la detassazione straordinari e altre voci accessorie. La peculiarità di questa detassazione al 10% è il suo essere legata a strumenti, quali i premi produzione, mirate a incrementare la produttività, l’innovazione e la competitività aziendale. Ecco come sono cambiate nel corso del tempo, dal 2008 a oggi.
Cosa sono gli straordinari
Secondo quanto stabilito dall’’articolo 5 del D.Lgs. 66/2003, ogni lavoratore può effettuare un massimo di 250 ore di lavoro straordinario all’anno, in assenza di diverse disposizioni di categoria. Il lavoro straordinario è quindi quello che si presta oltre il raggiungimento delle 40 ore settimanali di lavoro, per un ammontare totale che non può superare le 48 ore settimanali medie. Sulle ore di lavoro straordinario, però, la tassazione ha subito diverse modifiche nel corso degli anni.
Come ben sappiamo, le diverse voci che compongono lo stipendio vanno a formare lo stipendio lordo. Sull’ammontare dello stipendio lordo sono calcolate le imposte e, quindi, la tassazione. Le ritenute IRPEF si applicano sia per le ore di lavoro ordinario che per quello straordinario. Ciò fino al 2008, quando sono state introdotte alcune modifiche.
Detassazione straordinari 2008
Come accennato, a partire dal 2008 si è deciso per una detassazione straordinari. Si trattò di una misura che interessò, in un primo momento, il periodo dal 1° luglio 2008 al 31 dicembre 2008 secondo il quale le ore di lavoro straordinario furono soggette a una detassazione. L’imposta sostitutiva era pari al 10 10% e poteva essere applicata su importi fino a 3 mila euro lordi. Questa decisione interessò sia le prestazioni di lavoro straordinario effettuate in quel periodo (luglio – dicembre 2008) che quelle di lavoro supplementare all’interno di lavoro a tempo parziale stipulati prima del 29 maggio 2008 e i premi produttività. Nel caso dei premi produzione si fa riferimento in modo esclusivo al settore privato per i dipendenti il cui reddito, nell’anno precedente, non superava i 50 mila euro.
La detassazione è stata infatti adottata anche per quanto riguarda i premi produzione ottenuti a seguito di un incremento di:
- produttività
- innovazione
- efficienza organizzativa
- competitività
- redditività dell’impresa
Per i dipendenti oggetto di queste misure l’agevolazione fiscale (detassazione straordinari) risultava calcolata direttamente in busta paga.
Detassazione straordinari 2015
Nel 2015 le misure relative alla detassazione straordinari intraprese nel 2008 e sopra menzionate furono sospese a causa della mancanza di fondi. L’anno successivo tornarono in vigore grazie alla Legge di Stabilità 2016 elaborata dal Governo Renzi, che si concentrò sulle agevolazioni fiscali relative ai premi produzione dovuti ad aumenti di produttività. Questi ultimi continuarono a essere tassati al 10% per importi non superiori a 2 mila euro lordi annui per i lavoratori il cui reddito non superava i 50 mila euro annui.
Nel 2017 intervennero ulteriori modifiche nella Legge di Stabilità. Da una parte restava immutato il limite del reddito massimo di 50 mila euro annui per i dipendenti che beneficiavano dei premi produzione con tassazione inferiore. Dall’altra, aumentava a 2.500 euro il limite massimo dell’importo assoggettato alla tassazione al 10% per i suddetti premi. Inoltre, si riportava la detassazione straordinari, anche per gli straordinari pagati con compenso forfettario e altre voci accessorie in busta paga. Nello specifico, anche i compensi per:
- lavoro supplementare applicato ai contratti di lavoro part-time
- lavoro notturno e festivo
Nonché per le indennità corrisposte per lavoro svolto in base ad un orario articolato per turni. Riassumendo, quindi, si tratta di una detassazione che riguarda sia gli straordinari che altre voci accessorie che, però, devono essere necessariamente legate a un incremento di produttività, competitività e redditività.
Nel corso del 2021 è stata ribadita la validità di questa misura, portando a 4 mila euro l’importo massimo per i premi produttività su cui si applica la detassazione e 80 mila euro (anziché 50 mila) il reddito annuo massimo.