L’IMU, ossia l’imposta Municipale propria, è il tributo istituito nella manovra Salva-Italia del 2011, dal governo Monti, e devono pagarla i possessori di beni immobiliari. Ma come si calcola questa tassa? Qual è la differenza tra prima e seconda e casa?
Come si calcola l’IMU e chi la deve pagare
A pagare l’IMU sono chi possiede degli immobili, indicati nell’articolo 2 del Decreto Legislativo 504 del 1992, e ciò include fabbricati, terreni agricoli ed aree fabbricabili. Ciò include anche titolari del diritti reale di uso, abitazione o usufrutto di superfici, coniugi assegnatari di immobili in una causa legale, concessionari nel caso delle aree demaniali e locatari per gli immobili in costruzione o da costruire. Sono esonerati dal pagarla chi possiede abitazioni che rientrano nelle categorie A/2, A/3, A/4, A/5, A/6, A/7 e le relative pertinenze.
Questa imposta si paga entro due rate, ovvero il 16 giugno ed il 16 dicembre, in cui vengono versati, rispettivamente, l’acconto e il saldo. Essa viene, poi, pagata con il modello F24 in queste due rate oppure in un’unica soluzione e i codici tributo da usare sono quelli dal 3912 al 3919, il 3923, il 3924 ed il 3950, a seconda del tipo di immobile che si possiede.
Per il calcolo dell’IMU, è bene rivolgersi ad un patronato Caf, e per farlo vengono presi in considerazione determinati dati, ovvero la rendita catastale, il coefficiente dell’immobile ed un aliquota stabilita dal Comune in cui si trova l’immobile. Il Comune, poi, può stabilire anche delle determinate esenzioni e riduzioni. Generalmente, la formula da considerare è questa: rendita Catastale + 5% x coefficiente catastale.
Differenze tra prima e seconda casa
Viene da domandarsi se ci sono differenze nel calcolo della tassa per la prima e la seconda casa. Prima di tutto, bisogno capire in cosa differiscono le due tipologie: la prima casa è, in pratica, l’immobile che si acquista per primo ed in cui il proprietario ha la sua residenza anagrafica. Ovviamente, chi la possiede deve usarla come dimora principale. La seconda casa, invece, è un’abitazione posseduta dopo la prima.
A distinguere queste due case è, a livello fiscale, l’aliquota, che varia a seconda del comune. Ad esempio, nel comune di Roma, l’aliquota da considerare nel calcolo dell’IMU della prima casa è dello 0,6 %, mentre la seconda casa è dell’1,14 %.
Chi ha entrambe, volendo può anche usufruire di agevolazioni o esenzioni. Ad esempio, se la seconda casa è inabitabile l’IMU si può ridurre della metà, e nella dichiarazione di questa imposta (che si presenta entro il 30 giugno) occorre allegare un’attestazione redatta da un tecnico abilitato che dichiara che la casa è inagibile. Tale riduzione si applica anche agli immobili storici ed artistici. Se la seconda casa, poi, è solo affittata, l’IMU si può ridurre del 75 %. Possono chiedere, invece, l’esenzione, chi ha la prima e seconda casa che rientrano nelle aree catastali A/1, A/8 ed A/9. Sulla seconda casa non si deve pagare l’IMU se questa è sotto sfratto o se è disabitata oppure se era la casa di un ex coniuge.