L’attuale panorama lavorativo è caratterizzato da una crescita sempre più fluida e mutevole, con datori di lavoro e dipendenti che sono spesso accomunati dal dover esplorare le sfide e i benefici dell’attuale contesto fiscale. Tra spese e benefici, le regolamentazioni al riguardo cambiano col passare del tempo, rendendo anche i rapporti di lavoro diversi, visto l’ammontare di benefici a cui è possibile accedere come accessori al reddito principale. Si parla, in questo frangente, di fringe benefit, ossia di una specifica tipologia di bonus che viene elargita a determinate tipologie di dipendenti.
Un cambio di prospettiva di questo tipo riflette pedissequamente l’adattamento delle aziende alle mutevoli esigenze e aspettative dei loro dipendenti, tenendo conto di quanto competitivo l’attuale mercato del lavoro possa essere anche per la ricerca di personale qualificato. Le imprese, dunque, si sforzano di differenziarsi offrendo vantaggi in grado di andare oltre la tradizionale remunerazione economica. I fringe benefit si trasformano, dunque, in un elemento essenziale per agevolare i lavoratori dipendenti e migliorarne la soddisfazione.
I fringe benefit rappresentano un aspetto estremamente peculiare nell’ambito del diritto tributario e, proprio per questo motivo, si rivela necessario comprendere a pieno cosa si intende quando si parla di questa tipologia di agevolazioni e in che modo, questi, migliorano l’aspetto fiscale del panorama lavorativo. I fringe benefit si presentano, dunque, come un elemento chiave nella costruzione di un ambiente lavorativo favorevole e in grado di attrarre e trattenere talenti. Nelle prossime righe andremo a scoprire il dettaglio sull’importanza dei fringe benefit e il loro principio di assegnazione, tenendo conto che per poterne scoprire l’idoneità e percepirli, potrebbe essere necessario rivolgersi ad esperti del diritto tributario.
A chi vengono assegnati i fringe benefit? Tutto ciò che c’è da sapere al riguardo
Inizialmente, quando si parlava di fringe benefit si faceva riferimento ad una serie di benefici a cui soltanto una categoria ristretta di dipendenti avevano modo di accedere. Al giorno d’oggi, le cose sono cambiate in modo abbastanza significativo. Fino a qualche anno fa, i fringe benefit erano appannaggio della casta dirigenziale delle imprese. Oggi, però, vista la sensibilità sempre maggiore del panorama lavorativo nei confronti del benessere dei dipendenti, questa tipologia di incentivo e agevolazione rappresenta un efficace strumento per migliorare la qualità della vita lavorativa sotto ogni punto di vista e a prescindere dal proprio ruolo all’interno dell’azienda.
I fringe benefit rafforzano il legame tra lavoratore e azienda, definendo un rapporto che, molto spesso, tende ad andare oltre i confini canonici – e ormai arcaici – del rapporto lavorativo, in favore di una maggiore sinergia e spirito di squadra. In Italia, i fringe benefit vengono regolamentati nel 2023 con la legge del DL48 che ha introdotto nuove dinamiche e regole relative all’assegnazione e alla gestione di questi benefici.
Stando alla attuale normativa vigente, i fringe benefit riguardano in modo prioritario i dipendenti con figli, a cui può essere riconosciuto un bonus in grado di arrivare fino ad un tetto di 3000 euro. esistono, poi, anche nuove dinamiche sulle bollette, con specifici riferimenti per quanto concerne il consumo di risorse come energia elettrica, gas naturale e servizi idrici.
Perché i fringe benefit sono importanti per le aziende? I vantaggi per i datori di lavoro
Come già precedentemente accennato, i fringe benefit rivestono un’importanza cruciale per le aziende che puntano a crescere valorizzando il team di lavoro. Grazie a questa tipologia di agevolazioni, la soddisfazione dei dipendenti tende ad aumentare, avendo un impatto significativo sulla loro produttività. Inoltre, un’azienda che sa valorizzare l’operato dei suoi dipendenti ha modo di godere di una reputazione forte e positiva.