Comprare casa all’estero: requisiti, pro e contro

Possono essere diversi i motivi che spingono una persona a comprare casa all’estero: c’è chi lo fa perché su deve trasferire oltre confine per motivi lavorativi, chi lo fa per avere una seconda casa da sfruttare nei periodi delle vacanze, chi vuole trasferirsi definitivamente in un altro posto una volta raggiunta la pensione e chi ancora vuole fare semplicemente un investimento sul mattone fuori dall’Italia. A prescindere dalla motivazione dell’operazione, prima di procedere con l’acquisto è necessario informarsi bene sui requisiti necessari e sui pro e sui contro dell’avere una casa all’estero.

Dove conviene comprare casa all’estero?

Prima di tutto bisogna avere le idee chiare su dove si vuole acquistare la casa: ovviamente se il tutto è legato da esigenze lavorative la scelta è più o meno obbligata, ma se i motivi sono altri non c’è che l’imbarazzo della scelta. La Spagna e l’Inghilterra (in particolar modo le Canarie e Londra) rimangono ancora le destinazioni preferite dagli italiani che decidono di trasferirsi all’estero o di investire in immobili, ma vanno forte anche la Grecia, il Portogallo (meta graditissima in particolar modo dagli over 60) e la Svizzera (soprattutto per la vicinanza con l’Italia).

Chi preferisce uscire dall’Europa spesso opta per gli Stati Uniti, ma anche Santo Domingo è molto gettonata. Berlino è una città che offre prezzi al metro quadro molto interessanti, così come le città della Croazia e dell’Albania. La Thailandia è famosa per i suoi immobili low cost, ma si possono trovare buone occasioni anche in Brasile e in Australia.

Requisiti, leggi e tasse: i pro e contro di avere una casa all’estero

Una volta che è stato deciso dove comprare casa all’estero sarà necessario informarsi sulle leggi che regolano la compravendita di immobili. In situazioni del genere non sarebbe affatto una cattiva idea rivolgersi ad un’agenzia immobiliare locale: oltre a fornire tutte le informazioni sugli immobili e sugli adempimenti da rispettare potrà dare un sostegno anche a livello linguistico.

C’è poi da scoprire quali sono le modalità di pagamento possibili: di solito bisogna aprire un conto all’estero o fare un bonifico internazionale; in linea teorica si potrebbe anche pagare in contanti, ma non si può viaggiare con più di 10.000 euro non dichiarati. E poi si apre il capitolo tasse: prima di tutto bisogna scoprire cosa prevedono le norme locali sulla tassazione del patrimonio; bisognerebbe anche cercare di capire se c’è la possibilità di evitare la doppia imposizione.

E non bisogna dimenticare le tasse da pagare in Italia sulla casa che si compra all’estero (sono diverse a seconda che la casa sia a disposizione del proprietario o sia stata locata). I tributi da pagare sono l’IVIE, che non è altro che l’IMU per gli immobili che si trovano all’estero (il calcolo dell’importo da pagare avviene moltiplicando per 160 la metà del calore catastale dell’immobile) e l’IRPEF, che si calcola sulla base del valore di mercato della casa.

Se l’immobile è stato ceduto in locazione i proprietari possono beneficiare di determinate deduzioni (le tasse pagate all’estero vengono detratte dai canoni di locazione e si possono dedurre le spese di ristrutturazione).