Comodato d’uso: che genere di contratto è? Come funziona? Quanto può durare?

In ambito giuridico, per comodato d’uso si intende un particolare tipo di contratto che permette l’utilizzo di un bene mobile o immobile a terzi a determinate condizioni. Ovviamente, come per tutti i contratti, esistono delle specifiche caratteristiche che differenziano il comodato d’uso dal prestito o dal mutuo. Nelle prossime righe cercheremo di fare chiarezza su cos’è il comodato d’uso, come funziona e quali sono gli obblighi e i diritti delle parti coinvolte.

Che cos’è il comodato d’uso?

Come già accennato, in diritto si definisce comodato d’uso un tipo di contratto ben specifico. Si tratta quindi di un contratto di prestito, una categoria di contratti in cui rientra anche per esempio il mutuo. Il comodato d’uso permette l’utilizzo di un bene mobile o immobile di proprietà del comodante in favore del comodatario.

A differenza del mutuo, però, nel caso del comodato d’uso il comodatario può usufruire del bene a titolo gratuito, ovvero senza sborsare alcuna somma, a condizione che lo restituisca alla data stabilita. Se fosse prevista la corresponsione di un pagamento, infatti, si tratterebbe di semplice locazione e non più di comodato d’uso. La materia in fatto di comodato d’uso si rifà agli articoli 1803 – 1812 del Codice Civile.

Obblighi e diritti delle parti

All’interno di questo contratto sussistono ovviamente dei diritti e gli obblighi che devono essere rispettati da entrambe le parti, ossia sia dal comodante che dal comodatario. Il comodatario è tenuto a utilizzare il bene concesso dal comodante solo ed esclusivamente per il periodo e per l’uso concordato. Inoltre, deve custodirlo “con la diligenza del buon padre di famiglia”.

Questa espressione, in ambito giuridico, esprime un concetto piuttosto ampio e si rifà alla concezione storica e sociale del “buon padre di famiglia” quale uomo retto, responsabile e leale, che si fa carico delle necessità della famiglia e si prende cura in modo diligente dei beni in suo possesso. Un uomo medio, dal quale ci si aspetta un comportamento e una condotta irreprensibile.

Per quanto riguarda il momento del termine del comodato, non sempre è esplicitamente riportato nel contratto. In questo caso si desume che il comodante può chiedere la restituzione del bene in qualsiasi momento. Allo stesso modo il comodante può chiedere la restituzione del bene anche se se gli obblighi di cui al contratto di comodato d’uso non risultano rispettati. In questo caso il comodante ha anche il diritto di esigere il risarcimento degli eventuali danni.

Infine, il bene concesso in comodato d’uso non può essere ceduto a terzi a meno che non si disponga del consenso esplicito da parte del comodante.

Comodato d’uso: spese straordinarie e ordinarie

È bene innanzitutto precisare che il comodante è tenuto a informare il comodatario di eventuali difetti o vizi del bene che possono recare danno al comodatario. Se il comodante si rivela a conoscenza di tali difetti e non ne informa il comodatario, questi ha il diritto di esigere il risarcimento del danno.

Per quanto riguarda le spese del comodato d’uso, quelle che il comodatario sostiene per utilizzare il bene concesso sono a suo carico. Fanno eccezione le spese impreviste, urgenti e necessarie finalizzate alla conservazione del bene stesso. Per queste ultime spese il comodatario può chiedere il rimborso al comodante.

Sempre in ambito di conservazione del bene, se quest’ultimo si deteriora a causa del semplice utilizzo e non per colpa del comodatario, egli non ne è ritenuto responsabile.

Infine, in relazione alle imposte dovute sui beni immobili concessi a titolo di comodato d’uso, queste sono a carico del comodatario. La tassazione può essere ad aliquota ordinaria, in base a quanto risultante dalla dichiarazione dei redditi, o nella misura dell’imposta sostitutiva del 21%.