Contratto affitto cedolare secca: qual è la sua durata? Quanto costa registrarlo?

Tra i vari tipi di contratto d’affitto vi è quello a cedolare secca. Ma quali sono le caratteristiche di tale contratto? Quanto dura? E a quanto possono ammontare i suoi costi di registrazione?

Come funziona questo contratto

Il contratto di affitto con cedolare secca è un modello di affitto che permette al locatore e al conduttore, ossia il proprietario e l’affittuario, di accordarsi per applicare un regime fiscale agevolato. La sua tassazione è, infatti, pari al 21 %, ed esso non è soggetto al pagamento dell’imposta di registro e di quella di bollo.

Di questo contratto, se ne possono distinguere quattro tipologie:

  • quello libero, della durata di quattro anni con una possibile proroga di altri quattro;
  • il concordato, della durata minima di tre anni ed una proroga di altri due;
  • il transitorio, che può durare da un minimo di uno al massimo di diciotto mesi;
  • quello per gli studenti, che va da sei mesi minimi al massimo di tre anni;
  • quello per uso turistico, inferiore ad un mese e non vige l’obbligo di registrare il contratto.

La cedolare secca, che è un sistema di tassazione facoltativo, può essere revocata entro un mese dalla scadenza dell’annualità precedente, con il versamento dell’imposta di registro. Essa implica, poi, il rinunciare agli aggiornamenti del canone di locazione, e ciò significa che il canone stabilito dalle parti non cambia e nessuno dei due contraenti può cambiarlo.

Come registrare questo contratto e i costi

Se si sceglie di stipulare questo contratto, esso deve essere registrato entro un mese dall’averlo redatto, con il modello RLI, che deve essere consegnato all’Agenzia delle Entrata, che sia per via telematica, presso gli uffici di quest’ultima o un Caf abilitato (o comunque un intermediario riconosciuto). Nei nuovi contratti di locazione, devono essere comprese anche delle clausole con il quale il conduttore dichiara di aver ricevuto la documentazione e le dovute informazioni sull’attestazione della prestazione energetica dell’immobile in questo, ossia l’APE. Una copia di questo documento, va poi allegato al contratto di affitto, ad eccezione di alcune locazioni indicati nel Decreto Legge 145 del 2013.

Sebbene la registrazione di questo contratto non comprenda, come è già stato accennato, le imposte di registro, di bollo ed Irpef, bisogna comunque che il locatore paghi l’aliquota sul canone annuo, se il contratto di affitto è ordinario, oppure del 10 % se è a canone concordato. Se si registra questo contratto tramite Caf, ed esso è stipulato con regime fiscale ordinario, l’imposta di bollo è comunque necessaria e pari a 16 euro per ogni copia, e l’imposta di registro è pari al 2 % del canone annuo.

Bisogna tenere presente che il regime a cedolare secca lo possono richiedere i titolari del diritto di proprietà di un’immobile, che non lo collocano come esercizio d’impresa o professionale, e che lo affittano per brevi periodi.