Dopo Wall Street a ottobre 2015, con l’inizio del nuovo anno – per la precisione il 4 gennaio, Ferrari debutterà anche a Piazza Affari: proprio in questi giorni si attende l’esito di quotazione da parte del Mercato Azioni di Borsa Italiana.
Questo esordio è segnato anche dall’ufficializzazione del divorzio “spin off” da Fiat Chrysler Automobiles (FCA) – quasi il 99% dei voti dall’assemblea azionisti – per sancire sotto tutti i punti di vista un’autonomia che Ferrari pero’ ha sempre, di fatto, conservato. Ma si sa, l’indipendenza operativa non e’ mai troppa e in questo caso comporta nuovi obiettivi nel planning strategico a gittata 2018 e una possibile nuova intesa, senza fretta ne’ trepidazione, con General Motors (GM). Inoltre grazie al nuovo assetto, la famiglia Agnelli con la sua holding Exor potrà esercitare il voto multiplo decisionale nel direttiv, sebbene ne possieda solo 24%.
Per quel che riguarda FCA, la manovra è stata salutata con entusiamo: con il finanziamento di 2.5 miliardi di euro che il gruppo di banche ha stanziato per Ferrari, sarà pagata una più che cospicua cedola per la Fca che porterà l’estinzione del suo debito entro il 2018, con buona pace degli azionisti. Sarà quindi con uno stato d’animo più spensierato che a gennaio promuoverà il nuovo Mini Van Chrysler, primo modello ibrido della casa che farà la sua apparizione d’esordio negli Stati Uniti in occasione del Salone di Detroit al costo di 80mila euro. Sarà solo l’inizio perchè è previsto entro il 2020 l’imporsi di una vasta gamma di produzione di modelli ibridi, conservando pero’ irriducibile scetticismo per le auto elettriche pure, in termini di ricavi. Dalla Ferrari invece si attende con curiosità il lancio della Maserati Levante, il Suv che sarà in vendita entro i primi 6 mesi 2016 al prezzo base di circa 70mila euro.