Nell’arco della sua vita all’azienda può capitare di dover correggere una fattura che sia già stata emessa; per effettuare questa rettifica si può ricorrere alle note di credito (o, a seconda dei casi, alle note di debito). Facciamo un po’ di luce su questo strumento, vediamo cosa sono e scopriamo come va fatta la loro numerazione.
Cosa sono le note di credito
Iniziamo con una rapida definizione: la nota di credito è quello strumento con cui si può correggere dal punto di vista contabile una fattura che ha causato ad un accredito o ad un addebito errato. Si ricorre alla nota di credito quando l’importo addebitato in fattura risulta essere più alto rispetto a quello che è realmente dovuto dal cliente, mentre si ricorre alla nota di debito nel caso opposto.
In altri termini le note di credito sono quei documenti che attestano un credito fa parte dei clienti nei confronti dell’azienda che ha emesso la fattura errata. Ecco alcuni esempi per i quali si può ricorre re alla nota di credito:
- si calcola un’imposta in modo non corretto;
- si inserisce in fattura una base imponibile sbagliata;
- si applica un’aliquota IVA non esatta;
- si applica uno sconto per materiale che il cliente ha dichiarato difettoso;
- ci si è dimenticati di inserire la scontistica già concordata;
- c’è stato un annullamento o una rescissione del contratto.
Come va fatta la numerazione delle note di variazione
Le note di credito includono gli stessi elementi di una fattura (anche se deve riportare l0’indicazione della dicitura nota di credito) e proprio come le fatture vanno inserite nel registro IVA e nel libro giornale (parliamo sempre di un documento valido ai fini fiscali); il cedente la annota nel registro degli acquisti, mentre il cessionario/committente la annota nel registro delle fatture emesse.
Il cedente potrebbe anche annotare la nota nel registro delle vendita inserendo un segno negativo e il cessionario potrebbe annotarla nel registro degli acquisto con segno negativo: la scelta è a discrezione del soggetto, che però deve mantenere lo stesso criterio nel corso del tempo.
Sulla nota vengono riportati l’ammontare della variazione e il conseguente cambiamento della relativa imposta e i dati identificativi della fattura originaria. Anche le note di variazione devono essere numerate: per quanto riguarda le note di debito la numerazione di fatto segue quella delle fatture emesse; anche se dal punto di vista fiscale viene ritenuto corretto sia avere una numerazione sequenziale che optare per una numerazione distinta, la numerazione delle note di credito invece di solito viene fatta scegliendo un altro sezionale, quindi si tratta di una numerazione a parte.