I motivi per cui è importante essere sempre aggiornati sul cambio valuta Euro Taka sono diversi. Banalmente, potrebbe essere una curiosità nata da un viaggio in programma verso il Bangladesh. In altri casi, invece, può essere utile per effettuare degli acquisti, come per esempio nel trading, se l’oggetto della compravendita riporta un prezzo espresso in Taka. O ancora, potrebbe tornare utile nel momento in cui si ha la necessità di effettuare un trasferimento di denaro dall’Unione Europa al Bangladesh. Qualsiasi sia il motivo che vi spinge a cercare il cambio valuta Euro Taka, nelle prossime righe troverete tutte le risposte alle vostre domande.
Cambio valuta Euro Taka: come si fa?
Iniziamo col dire che chi intende sapere qual è il cambio valuta Euro Taka ha a disposizione diversi metodi. Il primo, nonché il più semplice e immediato, è senza ombra di dubbio quello di consultare un qualsiasi motore di ricerca online, come per esempio Google. Immettendo quale chiave di ricerca “cambio valuta Euro Taka” si avrà a disposizione una schermata in cui potrete inserire l’importo di Euro (o di Taka) da convertire.
Prendendo come esempio la ricerca su Google, nel riquadro in alto a sinistra potrete quindi inserire la valuta di partenza, in questo caso l’Euro. Automaticamente nel riquadro in basso a sinistra apparirà il corrispettivo nella valuta di cambio (in questo caso Taka bengalese). Poco più a destra, invece, apparirà un grafico che vi mostrerà l’andamento della valuta nel corso di diversi lassi di tempo. Potete impostare come periodo da prendere in esame il giorno corrente, gli ultimi cinque giorni, l’ultimo mese, l’ultimo anno, gli ultimi cinque anni o il periodo massimo disponibile (contrassegnato come “MAX”).
Che cos’è il Taka?
Infine, vale la pena approfondire la storia di questa giovane moneta. Il Taka bengalese è la moneta del Bangladesh, introdotta nel 1972 per sostituire la rupia pakistana, originariamente introdotta dai sovrani turco-afghani e sostenuta dal Mughul e dal governo britannico.
La parola bengalese Taka deriva dal sanscrito Tanka, che in antichità significava “moneta d’argento”, ma anche “moneta di rame” in base alla località in cui tale parola era usata. Anche il suo valore poteva essere diverso in base alla zona dell’India: a Nord equivaleva a due paisa, a Sud invece a quattro paisa (o in alternativa a un anna). In Bengala e in Orissa, infine, il taka aveva una corrispondenza diretta con la rupia.
Taka, invece, ha il significato di “soldi” in senso generico, potendosi riferire sia al concetto di valuta che di banconota. Taka in bengalese si scrive টাকা, mentre il simbolo della valuta è il seguente: ৳, ৲. Nella grafia occidentale, invece, questa moneta si abbrevia semplicemente in “tk” o “Tk”.
A sua volta è suddivisa in 100 poisha, introdotti nel 1973, con i valori da 5, 10, 25 e 50 poisha. Nel 1974 fu introdotta la moneta da 1 poisha e l’anno successivo quella da 1 taka. Per quanto riguarda invece la composizione, le monete da 1, 5 e 10 poisha sono coniate in alluminio, quelle da 25 e 50 poisha in acciaio e infine la moneta da 1 taka in cupro-nichel. A livello di diffusione, le monete da 1 e 5 poisha sono molto rare, mentre quelle da 10, 25 e 50 poisha sono leggermente più diffuse ma comunque non comuni, al contrario delle monete da 1, 2 e 5 taka.
La moneta del Taka è indicata con lo standard ISO di tre lettere BDT. Si tratta di uno standard internazionale stabilito dall’Organizzazione Internazionale per le Standardizzazioni (ISO) che sfrutta codici composti da tre lettere per definire i nomi delle valute. In questo modo è ancora più semplice, sia in campo bancario che economico in generale, individuare e definire le diverse valute.