sistema
Economia a 360°

Sistema pensionistico inglese: ecco come funziona e chi può usufruirne

Dopo un’intera vita passata a lavorare, quello di andare in pensione è uno dei momenti più attesi da ogni persona. Gli anni dedicati alla pensione, infatti, sono di riposo e di riscoperta delle proprie passioni: si ha più tempo da dedicare a sé stessi e a chi si ama.

Se in Italia il sistema pensionistico è quello che conosciamo tutti, con le sue regole e le sue contraddizioni, in Inghilterra la situazione è diversa. Nel 2016, infatti, è entrata in vigore la New State Pension, con il preciso obiettivo di rendere più chiaro il sistema pensionistico inglese.

La struttura pensionistica inglese, infatti, si divide in due sezioni: la State Pension e la Private Pension. Ecco di cosa si tratta.

La State Pension

La “State Pension” è quella che si avvicina di più alla pensione così come la conosciamo noi. È quella pagata dallo stato e, per ottenerla con l’importo minimo, è necessario raggiungere l’età pensionistica con almeno dieci anni di contributi. Per ricevere l’importo massimo, invece, si deve aver versato i contributi per un totale di 35 anni. In ogni caso, la State Pension non è assolutamente sufficiente per mantenersi: si pensi che anche l’importo massimo è al di sotto della soglia di povertà.

La Private Pension

All’interno della Private Pension ci sono due sottogruppi: la individual pension e la workplace pension. La prima è quella che racchiude al suo interno le pensioni personali auto-investite e quelle da stakeholder In questo tipo di pensioni, l’importo che si riceverà mensilmente una volta che si smette di lavorare dipenderà da quanto è stato pagato e dal grado di rischio del fondo di investimento. In questo tipo di pensioni, il datore di lavoro può contribuire alla pensione individuale.

La workplace pension è invece quella che dipende dal datore di lavoro. Questa è diventata legge dal 2018, quando il governo ha imposto che il datore di lavoro deve iscrivere i propri dipendenti a un regime pensionistico e contribuire alla loro pensione. Questo, però, solo se rispettano alcuni requisiti: devono essere classificati come lavoratori, devono avere tra i 22 e l’età pensionabile, devono guadagnare almeno 10.000 sterline all’anno e devono lavorare nel Regno Unito. Nel caso in cui un dipendente non rispetti uno dei requisiti non verrà registrato automaticamente nel processo di pensione, ma può richiederlo autonomamente.

Il contributo dato da questo tipo di pensione, in questo caso, dipende da quanto si decide di dedurre dal proprio stipendio: in genere è il 5%. Molte aziende, quindi, versano per ogni dipendente una somma equivalente a quella da lui versata: in questo modo si raccoglie un buon gruzzoletto. Questi soldi sono però molto spesso investiti in fondi privati: è quindi utile scoprire in quale sono stati versati, così da scoprirne tassi e benefici. Ogni anno si può contribuire per un massimo di 40.000 sterline nel proprio sistema pensionistico.