Con la sigla CIG si intende il codice identificativo di gara, ovvero uno strumento a disposizione dell’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) per controllare, nel caso di contratti pubblici, che le regole vadano rispettate. Ma come si richiede? Quando si deve usare?
Le sue caratteristiche
Il CIG si usa nelle gare pubbliche e si deve indicare nei documenti relativi alle gare d’appalto e nella fattura elettronica che si emette in quest’ambito. Questo codice è formato da dieci caratteri, di numeri e lettere, prodotti dal sistema informatico Simog dell’ANAC. Esso viene usato per comunicare in modo corretto le informazioni utili agli organi di vigilanza, per tracciare movimenti finanziari e per rispettare gli adempimenti contributivi, che siano privati o riguardanti enti pubblici.
Se ne possono distinguere quattro tipologie, ovvero:
- lo Smart CIG, che si ottiene con una procedura semplificata, ed è previsto per i contratti di un importo inferiore ai 40,000 euro ed appalti aggiudicati ad un’impresa collegata, contratti di progettazione basati su regolamenti internazionali, concorsi e contratti secretati, a prescindere dal loro valore economico;
- il CIG Master, per gare che comprendono più lotti, e può essere indicato nei pagamenti “in nome”;
- il CIG Padre, richiesto per convenzioni e accordi quadro, in modo da individuare gli iter per scegliere i contraenti;
- il CIG Figlio, legato al CIG padre, per individuare ogni contratto sottoscritto per accordi quadro, con la pubblica amministrazione.
C’è da dire che questo codice non è sempre obbligatorio, e sul sito dell’ANAC vi è un elenco completo dei casi in cui è esonerato. E’ il caso, ad esempio, dei contratti di lavoro a tempo, oppure degli appalti elencati nell’articolo 9 comma 1 del Codice appalti, oppure nel caso di movimentazione di denaro da parte delle Pubbliche Amministrazioni statali verso enti pubblici, per coprire le spese delle attività istituzionali. A questo elenco si può aggiungere anche il risarcimento verso terzi, che hanno subito dei danni dalle stazioni appaltanti.
Come richiederlo
Per ottenere il CIG è necessario visitare il sito ufficiale dell’ANAC ed inserire il proprio codice fiscale, per ottenere le credenziale per un login. Una volta che si è iscritti nei modi indicati, si devono inserire le credenziali ed entrate nella sezione “gestione stazioni appaltanti”, in modo da associarsi ad una stazione appaltante.
Si stampa, poi, il modulo di dichiarazione sostitutiva di atto notorio, compilato con i dati di un legale rappresentante dell’Amministrazione e con i propri dati e sottoscritto da un legale rappresentante. Il modulo compilato dovrà essere inviato via fax, con una copia del documento di riconoscimento del legale rappresentante che ha apposto la firma. Sulla base delle dichiarazioni, l’Autorità autorizza il RUP ad operare sul sistema SIMOG. Una volta che si è registrati anche al SIMOG il codice viene assegnato entro novanta giorni dal momento dell’acquisizione.