Il linguaggio del Forex: long, short, ask, bid e spread. Cosa significano?

Così come molti altri settori, anche il mondo della finanza è inflazionato di termini inglesi che, sebbene molto affascinanti, possono confondere e persino scoraggiare gli investitori che si affacciano per la prima volta nei mercati azionari. Vediamo qui di fare chiarezza sulla terminologia tecnica anglosassone più utilizzata.

Chi opera in borsa non verrà sempre chiamato “negoziatore”, bensì “trader”, e la “compra-vendita sulla rete” si indicherà con l’espressione “trading online”. I “brokers” non sono altro che le agenzie intermediarie finanziarie che ci offrono i servizi per operare nel mercati borsistico, che viene tradotto con “stock exchange market”.

Vediamo ora nello specifico il gergo del “Forex”. Il termine “Forex” indica il “Foreign Exchange Market”, ossia il mercato dello scambio delle valute internazionali. Quando ci imbattiamo nel “cross”, ci riferiamo alla coppia di valute con le quale si opera, come ad esempio EUR/USD, dove l’euro è la valuta base o “base currency” e USD è la valuta secondaria o “counter currency”. Quando si decide di acquistare la valuta base, vendendo di conseguenza quella secondaria, stiamo assumendo una posizione “long”; inversamente, la nostra operazione si chiamerà “short”.

Si sarà notato che ai “cross” vengono associate nel Forex  due quotazioni, “bid” e “ask”: “bid” è il prezzo di vendita della valuta, mentre “ask” è quello di acquisto, che è sempre più alto rispetto al primo. Dalla differenza dei due si genera il cosiddetto “spread”, che rappresenta il guadagno del broker dalle nostre operazioni. Per concludere, due termini che un buon trader non può non conoscere: “loss”, perdita, e “gain”, guadagno.

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