Le PMI – piccole e medie imprese – da anni affrontano gravi difficoltà non tanto nel nascere quanto nel sostenersi, soprattutto oltre il primo lustro di attività.
Queste realtà, che rappresentano quasi l’ 80 % della forza occupazionale italiana, sono tuttora in perdita anche se il picco negativo lo hanno raggiunto con la recessione iniziata nel 2008 specie nel settore industriale, scorgendo segnali di miglioramento solo recentemente, nel 2012. Negli ultimi tre anni, invece, il calo del valore produttivo si e’ assestato intorno al 16.7 % : un segnale di ripresa positiva e incoraggiante, vessato comunque da una dimensione statica, affannosa e complessa che pesa gravemente e quotidianamente.
Del resto, dall’Eurozona sono in arrivo alcune misure a favore delle PMI stanziate nel Sud Italia, come quella dei fondi di sviluppo previsti dalla Commissione Europea per sospingere le piccole strutture imprenditoriali tanto da stimolarne la competitività. La somma stanziata non e’ di grande rilievo – si aggira intorno ai 100 milioni – ma ha la funzione di permettere successive possibilità di accesso a finanziamenti più cospicui che ammontano ad un totale di 600 milioni. Parallelamente a ciò, durante il 2015, si e’ diffusa la convinzione che, per consentire un rinnovato flusso economico, larga importanza possa avere il Trattato di liberalizzazione dei mercati con gli Stati Uniti d’America: la Comunità Europea sembra credere molto nel fatto che sicuramente vivacizzerà la situazione stagnante nella quale molti Paesi versano. In merito a ciò, appare subito evidente come gli interscambi tra i mercati appartenenti all’Eurozona subiranno notevoli cambiamenti e di certo si ritroveranno catapultati in una dimensione molto più ridotta. Vedremo nei prossimi tempi come si evolverà la situazione.