Il contratto a tempo indeterminato è una soluzione che permette in molti casi di ottenere prestiti e mutui senza troppi problemi e in tempi abbastanza veloci. La busta paga è infatti un importante strumento di garanzia per tutte le banche che possono con essa provare e, in qualche modo anche quantificare, la capacità di restituzione della cifra soggetta a prestito. Capiamo dunque oggi insieme quali siano le possibilità che si aprono a tutti i soggetti con contratto a tempo indeterminato e che sono alla ricerca di un prestito.
Il prestito tramite cessione del quinto
Il prestito tramite cessione del quinto, è la soluzione probabilmente più semplice e comoda per tutti coloro che sono in possesso di una busta paga legata ad un contratto a tempo indeterminato. Questa modalità di prestito, infatti, permette in maniera molto semplice e veloce di ottenere una cifra e di poterla restituire in maniera molto comoda. Cerchiamo di capire un pochino meglio, come si sviluppa questo tipo di prestito.
Per accedere al prestito tramite cessione del quinto, per prima cosa, è fondamentale essere in possesso di una busta paga o di un cedolino pensione. Questo tipo di documento rappresenta un documento ufficiale, che la banca considererà per calcolare la quota dello stipendio cedibile per la restituzione della cifra chiesta in prestito, chiaramente maggiorata dei relativi interessi definiti in sede di contratto. Essa, infatti, non potrà essere superiore al 20% della cifra mensile percepita normalmente dal soggetto (fatta salva una quota di 500 euro circa che deve comunque essere garantita al soggetto per le spese basilari di sopravvivenza).
Il sistema di gestione della rata è davvero semplice, dal momento che sarà direttamente il datore di lavoro o il gestore della previdenza a trattenere la cifra per la banca o l’istituto di credito, senza dunque versarla direttamente al lavoratore stesso. Quest’ultimo quindi non dovrà occuparsi di una gestione autonoma del risparmio (il 20% non essendo versato, non potrà essere speso, in maniera molto semplice e con un impatto psicologico da non trascurare) e non si dovrà nemmeno preoccupare di gestire le singole rate, con i relativi oneri economici e di gestione aggiuntivi.
Prestiti per protestati con contratto a tempo indeterminato
Un contratto a tempo indeterminato permette allo stesso modo di ottenere un prestito anche a soggetti iscritti nel registro dei cattivi pagatori, per una motivazione molto semplice. Come abbiamo accennato, infatti, l’onere di versamento della rata spetta direttamente al datore di lavoro e questo fattore limita l’autonomia del soggetto, che non potrà – una volta siglato il contratto- sottrarsi al pagamento delle rate aggiuntive. Questo rassicura le banche che possono in molti casi scegliere di non considerare in maniera negativa un passato del soggetto non proprio perfetto.
Sia che si scelga questo tipo di prestito, che uno tradizionale, sarà fondamentale al momento della richiesta presentare tutta la documentazione necessaria. Essa include documenti personali (quindi carta di identità e codice fiscale) e documenti di reddito (solitamente l’ultimo CUD, le ultime due buste paga percepite, in alcuni casi il contratto di assunzione, atto a chiarire il suo carattere a tempo indeterminato).
Non resta a questo punto altro da fare se non verificare le possibili soluzioni disponibili contattando le varie banche o finanziarie e i diversi istituti di credito che offrono servizi di questo tipo . La valutazione delle proposte dovrà essere effettuata considerando il TAEG legato al prestito, ma anche in alcuni casi la flessibilità del prestito stesso. In presenza di determinate condizioni, infatti, la possibilità di saltare o di ridurre una rata rappresenta una buona opportunità per fare in modo che, nonostante il prestito in essere, il soggetto possa tranquillamente sostenere le spese tradizionali e necessarie.