Come accade da sempre nei corsi e ricorsi storico/sociali, dopo l’esodo dalle campagne verso le città si sta verificando il fenomeno del ritorno alla vita agricola soprattutto tra le nuove generazioni. Ecco quindi, negli ultimi 36 mesi, una vera e propria impennata di questo settore in termini occupazionali ( + 48 % ), soprattutto nel bio a Km zero, come riportano i dati della Coldiretti, secondo la quale decisiva e’ stata la legge di orientamento sulla multifunzionalità n.228 del 2001 che ha dato una nuova, forte spinta a questa realtà da sempre di peculiare prestigio per il nostro Paese: non più commercianti solo del proprio prodotto, ma di tutto ciò che ne deriva dai settori attinenti in network con esso. Come già accennato, e’ il settore biologico quello in principale ascesa con la percentuale del + 8.8 % ed e’ proprio l’Italia ad avere il ruolo di capofila europeo nell’export – con olio, vino, pasta, frutta e verdura – grazie al quale incassa ben 3 miliardi di euro.
Si parte, oltre che da indispensabili esperienze di ordine pratico sul campo, dall’altrettanto improrogabile formazione: la facoltà di Agraria vede un flusso di iscritti mai registrato prima e laureati che non faticano, a discussione tesi avvenuta, nel trovare occasioni professionali gratificanti entro i primi 12 mesi oppure a gestire piccole imprese gia’ prima dei 40 anni, apportando cambiamenti innovativi e guardando all’export. Al di la’ degli atenei di settore, sul territorio vengono organizzati anche corsi specifici di 100 ore per la qualifica di imprenditore agricolo: in merito e’ possibile leggere info in dettaglio sul sito della Coldiretti. I passi successivi sono quelli d’iscrizione al Registro delle Imprese (sezione Agricoltura) presso la Camera di Commercio, l’apertura di una Partita Iva presso l’Agenzia delle Entrate e dichiarazione all’Inps.
Parallelamente, non deve mancare l’atteggiamento mentale ad hoc che – come per tutte le iniziative imprenditoriali – necessita di tempo e grande pazienza, e il saper fronteggiare l’atavico problema dei finanziamenti. Un sostegno può derivare da CreditAgri Italia che elargisce, previa selezione di progetto, ben cento milioni l’anno per i piccoli imprenditori under 35: una somma considerevole considerando che per la fase di start up ne sarebbe sufficiente la metà. Non solo, ma il Governo ha promosso utili iniziative anche attraverso i Decreti Terre e Campo Libero: il primo consiste nell’asta o affitto via web di 5.550 ettari di terreno dello Stato Italiano; il secondo si concretizza in facilitazioni fiscali come quelli di sgravio di 1/3 sulla retribuzione lorda nelle assunzioni o la detrazione del 19% per affitto terreno.